Erano stati messi tutti in fila, senza distinzioni. Gli uomini delle armate di Lotna sembravano tutti uguali, manichini esautorati manovrati da un Pilato qualsiasi, mentre gli illustri sopravvissuti se la ridevano inneggiando a Danton. Sotto alla vallata, a margine del bosco di betulle, si poteva scorgere il disastrato paesaggio dopo la battaglia. Dannati venti di guerra in quel di Varsavia ai tempi di Solidarnosc, avevano raso al ruolo gran parte della terra della grande promessa, letteralmente invasa da una montagna di cenere e diamanti. Il popolo oppresso aveva avuto il suo direttore d’orchestra nella liberazione dal male di colui che aveva osato mettere tutto in vendita, persino l’anima del povero Walesa, l’uomo della speranza.
Le cose erano mutate ma il tempo delle nozze dagli orrori di guerra era lungi dall’essere vicino. La linea d’ombra che circoscriveva gli spazi dove era avvenuto il conflitto si era fatta più scura e prima della sera giungeva la notte. Frotte di ingenui e perversi trottavano al confine, in un’indecorosa caccia alle mosche di trincea.
Più in là, oltre l’orrore e lo stupore di fronte alla morte, qualcuno tentò di risvegliare la speranza: in città diedero una rappresentazione della Lady Macbeth Siberiana, con protagonista Daniel Olbrycshki, cui seguiva in ordine il Gates to Paradise tanto atteso. Il popolo cominciava a riassaporare il piacere dell’arte e fuori dei teatri tornarono a distribuire la squisita panna Nikt. Fecero il loro ingresso in città le signorine di Wilko, con il loro arredo di cianfrusaglie, vestitini alla moda e una ventata di passionalità da stillare negli occhi degli affamati soldati. Uomini di marmo e uomini di ferro intransigenti ai richiami, reclamarono l’ordine e la ferrea disciplina, invitando i servi sacrificali del potere a non lasciarsi distrarre da richiami extra-ordinari. Una delle signorine in particolare, Nastasja, arrivò a sedurre il dottor Korczak, intento a curare senza anestesia le ferite di guerra a un plotone di soldati in prima chiamata. Finì nelle sue grazie perché gli ricordava tanto un suo vecchio amore avuto in Germania. Le regalò persino l’anello col simbolo dell’aquila coronata, che portava al dito da tempo immemore. Il quotidiano senza nome di proprietà della settimana santa – ricco di citazioni tratte da Dostoevskij, e in particolare da “I demoni” – editato con lo scopo di distrarre il popolo dai recentissimi traumi di guerra, aprì la prima rubrica di cronaca rosa: “Cronaca di avvenimenti Amorosi”.
Ma i sogni fanno spesso cadere dal letto. Nuovi minacciosi venti di guerra da Oriente destabilizzarono l’ambiente che riprese a disgregarsi per il terrore di nuove battaglie. Tatarak ordinò a Korczak di attraversare la foresta di Katyn, da sempre teatro di misteriose battaglie oltreconfine. Su Varsavia si abbatté un ovattato grigio metallico. Niente più signorine da Wilko, né alcun quadro dove poterle vedere rappresentate.
L’arte nella fossa del silenzio rotto. Era necessario lasciarsi alle spalle i detriti annientati nella cenere e i diamanti illuminati dai freddi raggi del vendicativo sole, bramante di luce.
Quadro attestante il paesaggio a seguito della battaglia.