Colpi di Cinema – Maratoneti

John Schlesinger

Billy non era solo un maratoneta, ma anche un bugiardo yankee. Dire bugie per lui era come una maniera d’amare, una cordialità, il modo per offrire agli altri ciò che l’occhio non vede.

Madame Sousatzka non era una maratoneta, la “darling del mondo bene” fu accusata di associazione a delinquere, era un’adoratrice del male, insomma la prossima, in verità innocente, vittima.

C’era una sola cosa da fare, scappare via dalla pazza folla, la lunga strada da intraprendere avrebbe portato all’incontro con i cowboy di mezzanotte, costretti a prostituirsi ogni domenica, maledetta sanguinosa domenica. Sarebbe il caso che qualcuno si porti appresso un uomo da marciapiede qualsiasi, di quelli senza un tetto, di quelli con i vestiti lisi addosso, macchie di nero sparse sugli orli del cappotto.

La stampa parlava del giorno della locusta, dove le proteste sarebbero finite nei dintorni della stazione Terminus. C’era lo zampino del falco, sapeva giocare d’astuzia, era un felino dell’autostrada, un inglese espatriato dalla Cold Comfort Farm.

Tante maratone e nessuno in testa, soltanto sconosciuti alle porte degli organizzatori di turno. Sai che c’è di nuovo? Billy continuava spudoratamente a mentire e il dr. Christian Szell perseguita ancora Thomas Levy, che al contrario di Billy, era in grado di arrivare primo. Lo allenava John.

 

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